mercoledì, settembre 10, 2008

Il buddismo zen e la psicoanalisi...un approccio!

"Il satori... (il conseguimento dell'illuminazione), indica un'arte ed una via
all'illuminazione che per noi europei è praticamente impossibile apprezzare.
La sua difficoltà risiede nell'enorme sforzo richiesto per raggiungerlo e che
di solito supera abbondantemente quello che ciascuno di noi è disposto a
compiere."
C.G.Jung

Il fine essenziale dello zen è l'arte di vedere nella natura
dell'essere di un individuo ed esso indica la via che conduce dalla schiavitù
alla libertà.Possiamo quindi dire in maniera semplice che lo zen libera tutte
le energie proprie ed in maniera naturale stipate dentro di noi, che in
circostanze comuni sono come bloccate, compresse e distorte al punto da
non riuscire a trovare uno sbocco adeguato alla loro manifestazione.
E' quindi compito dello zen, salvarci dalla follia o dalla menomazione e
permettere il libero sfogo di tutti i propri impulsi creativi e benefici insiti nei
nostri cuori.
In sintesi lo zen è: 1) l'arte di vedere nella natura dell'essere di un individuo.
2) E' una strada che conduce dalla schiavitù alla libertà.
3)E' lo strumento che libera le nostre energie naturali, che ci salva dalla follia
o dalla menomazione e ci spinge ad esprimere la nostra facoltà di essere
felici ed amare.
Il satori, non è uno stato mentale anormale e non è uno stato di trance in cui la
realtà scompare e non è neppure uno di quegli stati mentali narcisistici che
si possono osservare in certe manifestazioni religiose.
"Se è qualcosa, è uno stato della mente perfettamente normale".
Il satori ha un effetto peculiare su colui che lo sperimenta.
Difatti tutte le attività mentali vengono da quel momento utilizzate in una
chiave differente che farà provare una soddisfazione, una tranquillità ed
una gioia mai sperimentate prima d'ora.
Lo zen quindi è il vostro pensiero quotidiano: esso dipende totalmente
dall'adattare il cardine di una porta al suo verso di apertura o di chiusura.
Una definizione psicologica potrebbe essere che, "trattasi di uno
stato in cui l'individuo è in completa sintonia con la realtà dentro e fuori
di sè, uno stato in cui si è pienamente consapevoli e che si coglie pienamente."
Ecco che illuminazione significa pieno risveglio alla realtà della personalità
nella sua totalità e che tale stato( satori), non è assolutamente di tipo
dissociativo o di trance anche se la nostra psicologia occidentale è sempre
stata incline a credere che il satori sia semplicemente uno stato soggettivo
ed una sorta di trance autoindotta.
Lo stesso Jung, malgrado le sue notevoli aperture allo zen diceva che:
anche la stessa immaginazione è un fatto che si produce nella psiche,
tanto da essere irrilevante definire l'illuminazione "reale o immaginaria".
L'uomo che la possiede o sostiene di possederla, penserà in ogni caso
di essere illuminato e anche se mentisse si tratterebbe di un fatto spirituale.
Invece per i maestri zen è di fondamentale importanza riuscire a distinguere
tra una autentica esperienza "satori", in cui l'acquisizione di una nuova
prospettiva è reale e dunque vera, da una falsa esperienza di natura isterica
o psicotica, in cui il discepolo crede di aver raggiunto il satori, mentre appunto
il maestro dovrà convincerlo del contrario.Infine uno dei compiti primari del
maestro zen è proprio quello di vegliare affinchè il discepolo non faccia
confusione tra illuminazione reale e immaginaria.

Namastè.
dr. Stella