lunedì, aprile 09, 2007

Reincarnation and universal collective unconscious memory: can you coexist? To which to believe truth? .-Reincarnazione e memoria inconscia.2 parte











Non so quanti di voi, avranno visto
a destra dei blogs, 3 brani, ai quali
sono molto legato.
Spero che essi possano accompagnarvi
alla lettura, almeno su blogger.com
e repubblica.it di kataweb, considerando
che Libero non lo permette( sic.)







Dopo aver trattato l'argomento della
reincarnazione nel precedente post,
cercherò adesso di mettere in chiaro
il concetto di memoria inconscia,
familiare( psicogenealogia) e collettiva(
inconscio collettivo, archetipi e miti),con
quelli che sono le risultanze delle
mie ricerche in campo psicogenealogico-
astrologico.

La psicologia di Jung è sicuramente in
anticipo di alcuni secoli.E' in anticipo una
" metapsicologia".Lo svizzero, non ha
trascurato proprio nulla per espandere
l'essere umano verso la sua realtà cosmica.
Ha cercato e studiato in tutti i campi: alchimia,
metafisica orientale,esoterismo, occultismo e
misticismo.Devo dire che ha avuto davvero la
rara forza di non aver paura del ridicolo.
Pensate un pò , addirittura gli hanno dato del
"mistico" , il che nel nostro mondo attuale sembra
suonare come un insulto.

Forse sarebbe il caso se ciascuno di noi si
domandasse veramente se in fondo in fondo
non si senta un mistico che ignora di esserlo,
specie quando cadono maschere e montature, e
quando vanno via le paure dell'inefficienza, le
corse ai rendimenti ed i comportamenti paranoici e
separati.
E chi non è mistico, non appena si pensa al destino,
all'insieme della vita e della morte?

Cito testualmente le parole di Jung:

"L'immenso aumento dell'interesse per la psicologia
nel mondo intero mostra che la coscienza vuole
ritirarsi dalle realtà materiali per volgersi verso quelle
interiori soggettive.La concezione puramente
meccanicistica cede progressivamente il posto a
concezioni spiritualiste dell'uomo, alla relazione che
ha con se stesso, con gli altri e con l'universo".

Quando si parla di un inconscio collettivo, alcuni
si stupiscono,almeno inizialmente dei fatti, poi entrano
in uso frequentemente e divengono concetti familiari.
Originariamente il concetto di inconscio si limitò ad
indicare quelle situazioni ricche di contenuti rimossi
o dimenticati, e deve ad essi soli il suo significato
pratico.
Per Freud l'inconscio, benchè almeno come metafora,
compaia già come soggetto attivo, in sostanza non è
altro che il punto ove convergono quei contenuti
rimossi o dimenticati.
Di conseguenza, secondo questo modo di vedere,
esso è esclusivamente di natura personale, benchè
ad onor del vero anche Freud, ne riconobbe
l'orientamento di pensiero arcaico-mitologico.

Un certo strato per così dire superficiale dell'inconscio
è senza dubbio personale e per questo viene chiamato
" inconscio personale".
E proprio qui che interviene Jung, asserendo che
esso poggia però sopra uno strato più profondo che
non deriva da esperienze e acquisizioni personali e
che risulta, " innato".Questo strato più profondo prende
il nome di " inconscio collettivo " universale aggiunge il
sottoscritto.
Jung scelse l'espressione " collettivo" perchè questo
inconscio non è di natura individuale, ma collettiva
e cioè, al contrario della psiche personale, ha contenuti e
comportamenti che sono gli stessi dappertutto e
per tutti gli individui.

In pratica, esso è identico per tutti gli uomini e costituisce
un substrato psichico comune di natura sovrapersonale
presente in ognuno di noi.
Mentre per Freud, i contenuti dell'inconscio personale
sono principalmente i cosiddetti complessi a tonalità
affettiva e che costituiscono l'intimità personale della vita
psichica, quelli dell'inconscio collettivo universale
sono chiamati " archetipi".
Essi possiamo definirli come contenuti, di tipi arcaici
o primigeni( primordiali).
Altra ben nota espressione degli archetipi sono
il mito e la favola.

Nelle civiltà primitive il mito adempie ad una funzione
indispensabile: esprime, rafforza e codifica le credenze;
salvaguarda i principi morali e li impone; garantisce
l'efficacia dele cerimonie rituali e offre regole pratiche
ad uso dell'uomo.
Il mito è dunque un elemento essenziale della civiltà
umana, possiamo considerarlo una realtà vivente,
a cui si fa ricorso sempre.
I miti riferiscono non solamente l'origine del mondo,
degli animali, delle piante e dell'uomo, ma anche tutti
gli avvenimenti primordiali in seguito ai quali l'uomo
è diventato ciò che è oggi, cioè un essere mortale.
Il mondo esiste, l'uomo esiste, perchè degli " esseri
soprannaturali" hanno svolto una attività creatrice
all'origine.L'uomo come è oggi è il risultato diretto di
questi avvenimenti mitici, ciò significa, che è stato
costituito da questi avvenimenti.


Per quanto riguarda invece i rapporti fra il vissuto
simbolico-astrologico e la psicogenealogia, vi
rimando all'articolo di febbraio 2007
sull' astrologia psicogenealogica

La nostra data ed ora di nascita è molto significativa nella storia familiare ed anche molto importante per la lettura astrologica; sintetizza l'eredità che riceviamo e le possibilità che la storia familiare si ripeta.
Ecco perchè l'albero genealogico può essere considerato come una bella macchina divinatoria, tanto quanto l'astrologia. Davanti alle difficoltà o crocevie della vita può essere interrogato.
I miei studi sugli archetipi e simboli astrologici e le investigazioni di questi ultimi anni e l'esame astrologico delle figure simboliche planetarie rappresenta nel suo aspetto più profondo la memoria del nostro albero genealogico,l'impronta e l'eredità del nostro passato e futuro? Questa teoria va oltre l'aspetto genetico per abbracciare "la trasmissione" attraverso varie generazioni della nostra identità psichica, emozionale e spirituale.
La psicogenealogia astrologica archetipica interpreta tutti i punti di un quadrato astrologico alla luce dell'eredità transgenerazionale, come se le situazioni marcate dalle posizioni planetarie fossero successe già nella storia familiare prima che nascessimo; e questo è completamente certo e giustamente dà maggiore credibilità alla lettura astrologica rappresentando così il nostro potenziale futuro.
Logicamente la nostra lettura astrale ci aiuta a svelare segreti, a rompere silenzi familiari, ecco perchè può diventare una indagine di gran valore terapeutico, se sarà usata adeguatamente.



Questa disciplina studia proprio la saga familiare trasmessa
inconsciamente di generazione in generazione, al
fine di individuarne le influenze sull’individuo e comprendere
ciò che lo ha "programmato".
Secondo questa disciplina, una trasmissione di sentimenti,
comportamenti e "memorie" può perpetuarsi da una
generazione all’altra. Sembra che l’inconscio tenga tutto in
memoria, specie i lutti e i traumi non superati (ma anche gli
avvenimenti piacevoli); questa memoria si trasmetterebbe e
spingerebbe un individuo a riprodurre le situazioni vissute
dai suoi antenati. Dunque, in un’ottica transgenerazionale,
le paure che assillano un individuo potrebbero essere quelle
di un genitore o di un avo; le sue "ferite" potrebbero avere
origine nell’inconscio di chi lo ha concepito, dei nonni, o
potrebbero addirittura rimontare a diversi secoli prima…


La trasmissione della memoria può manifestarsi dunque a
diversi livelli e nelle forme più svariate.
“Una cosa affascinante dell’albero genealogico
a tal proposito è che si possa essere
posseduti da immagini, che in realtà appartengono a
persone della nostra famiglia".

Ma tutto questo potrà in un futuro recente spiegare certe
teorie legate al concetto di karma e reincarnazione?
Come è stato da me evidenziato già circa
due mesi fa, con l'articolo succitato, nacque tempo
addietro in maniera molta spontanea e intuitiva, l'idea che
forse il vissuto che solitamente diversi individui
collegano al concetto di reincarnazione, possa
trattarsi invece, di una sorta di " collegamento" che
ognuno di noi in particolari momenti della propria vita
effettua inconsciamente, oniricamente o inducendoli
attraverso tecniche di regressione o con dei simboli
(ching, tarocchi, mandala), con il serbatoio
universale collettivo, passando ovviamente dalla
memoria inconscia familiare.
In pratica, chi mi dice che un " fatto",un episodio,
un evento, un qualcosa di traumatico psichico e/o fisico,
che noi da subito individuiamo come " reincarnativo",
non faccia parte del corredo familiare del nostro
inconscio generazionale, risalente anche a secoli prima?

Mi sono permesso, in maniera oggettiva, di esaminare
quanto da me supposto, visionando,il quadro natale-simbolico
oroscopico, arrivando a scoprire non solo comportamenti
non ascrivibili al mio stato odierno, ma nemmeno di generazioni
risalenti almeno ai miei bisnonni.
A questo punto, il simbolo archetipico, planetario a me rivolto,
mi ha svelato, con le intercessioni delle domificazioni,associate
alle nature dei pianeti " lenti", indicazioni, risposte che ad oggi
sconoscevo.
Nel mio caso, il quadrato del Rutilio, evidenzia una
forte polarità orientata verso il servizio degli altri( Virginia),
e la compassione per le loro sofferenze(Pisces).
Evidentemente, uno dei miei avi(da parte materna),
che tanto male aveva fatto, ha lasciato una lunga scia di
dolore, che le generazioni successive dovranno
regolare, spezzando così la " ripetizione" permanante.
In sostanza, bisognerà dedicarsi tanto e
interamente al servizio delle miserie.

Di sicuro era un guaritore( Virginia), e un mistico( Pisces),
considerando la collocazione scorpionica di Nettuno, nella
casa occulta.
Posso dire che queste posizioni indicano sempre un
individuo con poteri di terapeuta e probabilmente un religioso.
Parliamo di un medico e/o monaco, che aveva
usato questi doni solo per scopi egoistici.
Ricordate: i simboli planetari propri, a seconda della loro
collocazione alla nascita( tema natale), nei decani di
appartenenza, rivelano e orientano( sempre,secondo il
sottoscritto), verso l'individuazione genealogica passata.

In sintesi, grazie ad essi, possiamo andando a ritroso,
rintracciare nel nostro albero genealogico, la " ripetizione"
di cui a suo tempo,prima parlò Freud e dopo Jung con
l' inconscio collettivo universale.
Questa è la strada che sto percorrendo, aiutato e supportato
in modo consistente e costante dai " Signori del tempo" che
non mi fanno mancare mai la loro" presenza".

Con affetto, empatia e tanto sonno....
Davide