venerdì, settembre 21, 2007

Anahata, the chakra of the heart, the love and the yoga.Anahata, il chakra del cuore , dell'amore e lo yoga.















Sono consapevole che ci sono diverse lettrici di
Jungometro, sicuramente più adatte a scrivere
articoli su queste tematiche.
Vedi Cinzia( la curandera) e Rita (il percorso interiore).
Ma, è sempre stata una mia peculiarità, il mettere in
rete post, che per un qualche motivo, mi " smuovono"
in taluni momenti della mia vita.

Il cuore è associato alla disponibilità a dare ed a darsi.
Nello yoga, e nel sistema dei chakra, su cui si fonda
tale disciplina, amore e cuore hanno una precisa
collocazione di interdipendenza.
Amore e cuore si trovano nel quarto chakra.
I chakra, sono dei centri di energia, distribuiti lungo
tutta la nostra colonna vertebrale.
I primi sei corrispondono ai plessi della fisiologia
occidentale e dal loro corretto funzionamento
dipendono la nostra salute e benessere.
Il settimo invece, apre alla continuità, fra il macrocosmo
e il microcosmo.I chakra quindi ci assicurano la giusta
funzionalità biologica ed il nostro conseguente corretto
agire a livello psichico.Una buona pratica yoga aumenta
la consapevolezza di sè ed in particolare amplifica la
capacità di percepirsi come entità autonoma e ben
definita.

Yoga, termine sanscrito, significa: riunire ciò che si
presenta diviso, ed il suo obiettivo finale è proprio quello
di riunire, fondere, materia e spirito, partendo dalle fratture
che sperimentiamo nel quotidiano.
Ad esempio:
fra mente e corpo, terra e cielo, sacro e profano,
vita e morte e immanente e trascendente.
Significa porsi e far parte di un equilibrio armonico e
naturale, come il movimento lunisolare e come suggerisce
l'immagine del TAO, che riunisce in sè le due polarità
cosmiche: Yin e Yang.

Il quarto chakra o Anahata( chakra del cuore), allude sia
al battito cardiaco dell'alternarsi della dimensione
individuale quanto alla vibrazione primaria, l'AUM o OM.
Tralasciando ai più competenti del sottoscritto, la funzione
fisiologica che presiede questo chakra.... quello che
più mi piace evidenziare è la sua correlazione, il suo
legame evidente di attuazione nei rapporti interpersonali,
mi riferisco in particolare alla capacità individuale innata
di " donare" senza nessuna attesa di reciprocità.

In pratica, non è questa la sostanza dell'amore?

In particolare, quel tipo di amore, inteso come presa in
carico del bisogno altrui, senza nulla aspettarsi in cambio!

Abbiamo visto che amare significa anzitutto accogliere
i bisogni dell'altro, proprio come fa il cuore anche dal punto
di vista fisiologico.
Mi sarebbe piaciuto approfondire oltre all'amore "altruistico",
anche quello definito "egoistico", dove la dialettica
aggressività-tenerezza è sempre molto forte.
Chissà se in un prossimo futuro, ispirato, non possa
scrivere il mio personale pensiero al riguardo.



Il mio aver voluto scrivere questo articolo sul quarto chakra
e sullo yoga è scaturito, sempre da motivazioni e spunti che
possano permettermi/ci di relazionarci con l'altro sesso con
differenti modalità.
Ebbene in questo caso, sappiamo bene che noi possiamo
gestire i nostri rapporti interpersonali facendo uso sia di
una componente aggressiva quanto di un'altra , intrisa di
forte tenerezza.
Ovviamente,possono esistere e coesistere entrambe queste
strategie comportamentali.
Ricordiamoci solo che se per motivi specifici dovessimo
scegliere la modalità aggressiva, beh allora in quel caso
non parleremmo più di quarto chakra ma bensì del terzo
( chakra del potere).

Oggi, non è certo facile risolvere i continui problemi di
relazione in cui siamo coinvolti, questo perchè i rapporti
sociali sono sempre più fitti ma superficiali e la tentazione
a risolverli grazie alla aggressività è molto forte.

" Stai seduto in riva al fiume e aspetta che passi il
cadavere del tuo nemico".

Chi non conosce questa massima filosofica cinese, che
racchiude in se l'atteggiamento passivo-fatalistico dell'oriente.
Proprio da questo motto, varrebbe la pena di chiedersi, fino
a che punto siamo davvero in grado di condizionare gli
eventi che attraversano la nostra vita, e se forse non sia
giunto il momento, di ridimensionare la tendenza diffusa a
voler determinare tutto e tutti.
Abbandoniamo questo delirio di onnipotenza che tende
a convincerci sempre di più che possiamo definire dall'inizio
alla fine il corso delle nostre azioni.

Mi sorge spontanea una domanda:
Non può essere invece che gli accadimenti rispondano ad
una " logica" e seguono un andamento, che forse, dico forse,
solo in minima parte riusciamo a influenzare e determinare
con la nostra volontà?

Insciallah
Davide Costa