mercoledì, febbraio 07, 2007

We are immortal?-Noi siamo immortali?






Stasera a partire dalle 22.45 siete
invitati alla skypecast:
" Il bene e il male,anima gemella
regressione e reincarnazione".

E'stata sospesa per problemi
tecnici( skype),la riproporrò
sabato 10-02-2007,stesso orario.
Scusatemi




La giornata di ieri è stata caratterizzata
da un evento importante: una visita!
Mai avrei immaginato di ricevere tale
visita, almeno qui...
All'interno della sala dei libri antichi,
è stato posto l'accento e la verifica a certi
miei comportamenti, in proiezione e previsione
futura
.



powered by ODEO
Noi siamo immortali?

Vorrei iniziare questo articolo,
con uno scritto di Plotino

Dall'Enneadi:

" Esiste solamente un'unica
e medesima anima
in molti corpi".


Ognuno di noi è immortale, e non
mi riferisco al fatto che siamo
capaci di trasmettere i nostri geni,
le nostre convinzioni, le nostre
abitudini e peculiarità ai nostri
figli che, a loro volta, le
tramanderanno ai propri figli,
sebbene è indubbio che facciamo anche
questo.
Intendo dire con questo, che la parte
più importante di noi,la nostra anima,
vive per sempre.
Sia Jung che Freud,descrissero la mente
come un complesso funzionante a diversi
livelli, fra cui quello dell'inconscio.
In pratica, parlavano di un livello di
pensiero di cui non siamo consapevoli,
ma che registra ogni nostra esperienza e
ci spinge a comportarci come ci comportiamo,
a pensare come pensiamo,a reagire come
reagiamo ed a provare ciò che proviamo.
Avendo l'accesso all'inconscio, possiamo
apprendere chi siamo e, in virtù di questo,
guarire.Si pensa che questa "cosa", cioè
l'inconscio ,è l'anima.

Sono convinto che ognuno di noi possieda
un'anima che continua ad esistere dopo la
morte del corpo fisico e che ritorna più e
più volte in altri corpi, sforzandosi di
raggiungere un livello più elevato.
Una delle domande più ricorrenti che emerge
sempre è: Ma da dove provengono le anime
visto che oggi ci sono molte più persone di
quante ce ne fossero un tempo, quando ebbe
origine il mondo?
Beh, la risposta è sempre la stessa:
Questo non è l'unico luogo in cui si trovano
delle anime.
Esistono tante dimensioni,livelli differenti
di consapevolezza che ospitano anime.
Perchè dovremmo pensare che la nostra
dimensione sia l'unica esistente?
L'energia non conosce limiti e il nostro
piano di realtà non è che una delle tante
scuole di esistenti.

Quando ci si ricorda di sè in altre vite,i
traumi si attenuano e addirittura in certi
casi guariscono del tutto.
"Questo è uno degli scopi principali della
nostra anima,cioè avanzare verso la guarigione.
L'occidentale potrebbe pensare di essere
uscito di testa o di avere avuto delle
allucinazioni, ma la scuola orientale,buddista
e induista anche se in forme diverse, insegnano.
Loro, possiamo dire che collezionano casi di
vite passate da migliaia di anni.

La reincarnazione fu contemplata nel nuovo
testamento fino ai romani che con Costantino
decisero di censurarla.
Inoltre, possiamo dire con certezza che la
reincarnazione è un principio fondamentale
della mistica ebraica, costituendo in alcune
sette, insegnamento di base.

Poco prima che moriamo, la nostra anima,
la parte di noi che è conscia quando lascia
il corpo, si sofferma per un momento,
fluttuando.
Riesce così a distinguere colori, udire
voci,identificare oggetti e rivedere la
vita che ha appena lasciato.
Questo fenomeno è chiamato O.B.E.
esperienza fuori del corpo..
documentato migliaia di volte da Moody
e Kubler-Ross.

Ascoltate il podcast con le esperienze.
Buona lettura e buon ascolto.

My Odeo Podcast

Harvest of technical ancient astrological forecasts-Raccolta di tecniche previsionali astrologiche antiche
















Come potete vedere, la mia ricerca sui metodi di
previsione astrologica è stata completata, chi
fra di voi ne fosse interessato,sa come
contattarmi
.



A seguito di uno dei miei primi articoli
sul concetto di sincronicità, Jung e Pauli,
ho ricevuto questo commento, e credo che per
la sua autorevolezza meriti la prima
pagina del blog della giornata odierna.


Domenica, novembre 13, 2005
Wolfgang Pauli e Gustav Jung
La meccanica quantistica e il concetto di sincronicità quante analogie...... che ci riportano
alla spiegazione dei concetti in astrologia.




Wolfgang Pauli rifletteva spesso sul significato di sincronicità dell'amico Jung.
Insieme scrissero un libro - l' interpretazione della natura e la psiche-
La cooperazione del fisico e dello psicologo fu di importanza eccezionale ,poichè ciascuna delle
discipline potè trarre dai risultati dell'altra stimoli preziosi.
Semplificando , Jung intende per sincronicità una coincidenza sensata di due o più avvenimenti
non collegati fra loro dal punto di vista causale,che hanno un significato uguale o simile, atti
creativi e parallelismi acausali.
Già queste poche definizioni mostrano come la concezione junghiana della sincronicità sia
molto vicina al principio esoterico del ciò che è in alto,cosi' è in basso cioè a un pensiero per
corrispondenze ,che è anche la premessa dell'astrologia.Non sorprende dunque che Jung
nel saggio citato, arrivi anche a parlare di astrologia .

La meccanica quantistica offre prospettive affascinanti per una interpretazione fisica della
sincronicità. Albert Einstein ha tentato di spiegarlo con i due dadi quantici.
Il primo dado si trova a Vienna, l'altro a Budapest .Tirando sempre contemporaneamente i dadi
il risultato è del tutto causale ,ma essi mostrano ogni volta lo stesso risultato.Inoltre tra i
risultati non viè nessun ritardo temporale.Tra i dadi esiste un nesso,che però non è spiegabile
con il modello della palla da biliardo .Pauli rappresentò il nesso causale nel cosidetto principio
di Pauli,secondo il quale la distribuzione degli elettroni nello stato fondamentale di un atomo
è fissato,nel senso che due elettroni non possono avere gli stessi numeri quantici.Solo con questo
presupposto è possibile la nascita degli elementi nella loro diversità.

Pubblicato da nulla succede per caso-nothing happens by chance alle 16:04


Il suo commento:

Anonimo ha detto...
Misteriosi eventi sincronici sembrano costellare la vita di ognuno di noi. Improvvisamente un evento accade in perfetto sincronismo con un pensiero, e l'evento stesso racchiude sempre un significato profondo il cui scopo è quello di guidare la nostra vita verso il proprio destino.Il fenomeno della "sincronicità" è da tempo studiato anche e soprattutto dai fisici quantistici. Questi studi hanno le loro radici nell'armonioso e durevole connubio tra il grande psicologo analitico Carl Gustav Jung e il fisico quantistico Wolfgang Pauli. Le ricerche attuali mostrano che in natura tutto sembra muoversi in sintonia e che il mondo sembra essere rotto all’improvviso da eventi simbolici e pieni di significato che ci ricordano che non siamo fatti di sola materia, ma soprattutto che l’universo ha la sua matrice in una coscienza universale,da cui originano tutti i sincronismi.
Figura tra le più rappresentative della fisica del Novecento, Wolfgang Pauli si interrogò a lungo, e con una intensità ignota ad altri scienziati, sulla possibilità di una concezione unitaria che superasse la divisione tra natura e psiche, mente e materia. Decisivo fu il sodalizio con Jung, nato agli inizi degli anni Trenta e durato oltre un quarto di secolo, giacché nel corso di questo dialogo ininterrotto i percorsi della fisica dei quanti e dello studio della psiche apparvero a Pauli significativamente intrecciati: «È stata la concordanza di senso di idee che si sono presentate in rami diversi del sapere quasi simultaneamente, la loro sensibile coincidenza, a indurmi a uscire dalla mia stretta specializzazione» scriverà anni dopo.
Sul tema della Sincronicità,mi viene in mente un aneddoto che lessi un po' di tempo fa in un libro (di cui non ricordo più ne il titolo e ne l'autore).La cosa comunque che mi impressionò maggiormente di questa storiella-aneddoto,furono le potenziali correlazioni che trapelavano da essa,tra la preghiera e il concetto Junghiano di Sincronicità.
Vi espongo molto concisamente quanto veniva esposto in tale aneddotto,o "storiella",che dir si voglia:

Una donna (poco religiosa),preoccupata del fatto che avesse ormai raggiunto una certa età,e non avesse ancora trovato marito,alfine di non restare zitella a vita,cercò di trovare un rimedio alla sua situazione sentimentale,chiedendo consiglio al parroco del paese in cui viveva,cercando quindi una soluzione al problema,in termini religiosi e di fede.
Il parrocco,le diede in mano una statuetta di San Pietro e le disse che doveva,stringendo quella statuetta tra le mani,pregare tutte le sere per mezz'ora,chiedendo a San Pietro appunto,di farle trovare presto un marito.La donna iniziò a pregare tutte le sere,come il parroco le aveva detto di fare; ma dopo sei mesi di preghiere,lei continuava a ritrovarsi sempre sola,poichè non aveva mai modo di conoscere nessuno (e quindi mai modo di potersi innamorare).
Alchè un giorno,mentre stava pregando,infuriata perchè non accadeva mai nulla nella sua vita,prese la statuetta che aveva tra le mani e la scaraventò fuori dalla finestra;bè,la statuetta non toccò,dopo qualche secondo,direttamente l'asfalto del marciapiede che fiancheggiava la sua abitazione,poichè andò prima a cozzare contro la testa di un passante.La cosa più interessante comunque con cui si conclude questa storiella,è che quel passante che si trovava li "per caso",alla fine ...diventò suo marito.

Fausto Intilla
http://www.oloscience.com

2:59 PM

Mio ringraziamento

Egregio signor Intilla,la ringrazio per il commento autorevole che ha apposto nel mio diario personale,fatto di esperienze personali e di storie di molti lettori che
mi seguono con interesse da novembre del 2005 su blogger.com e altri blogs.
Ho visitato il suo sito, veramente lontano anni luce dalle mie conoscenze, nei
campi dove Lei eccelle stupendamente( almeno è quello che personalmente
ho percepito leggendola e vedendo la sua foto).
Sono libraio da tanto tempo con la passione dei libri antichi, della spiritualità
a 360 gradi e della psicologia del profondo.
Le comunico che andrò di sicuro a cercare nel nostro archivio della
casa editrice nuovi autori( abbiamo circa 2000 volumi di questa casa edit) per leggermi il libro che Ella ha pubblicato con loro.
Sono un appassionato di Jung.. e delle sue opere da sempre, ed è lui che
mi ha spalancato le porte della percezione( per dirla alla Huxley).
Credo che la disturberò qualche altra volta..e quando vorrà e avrà tempo
spererò in una sua risposta..
Nel salutarla ,le rinnovo il mio ringraziamento per la sua visita
Davide di Jungometro